Perché investire in Polonia?
Autorem artykułu jest Karolina Lipińska
per numero di abitanti la Polonia occupa l'ottavo posto in Europa, negli anni '90 la Polonia è stato uno dei paesi col più alto tasso di sviluppo economico nel mondo, assegnazione campionati di calcio Euro 2012.
Situata nella zona centrale del continente (Europa Centrale), la Polonia è un ponte culturale, storico e politico che unisce l'Europa dell'Est con quella dell'Ovest. Norman Davies ha intitolato il suo studio sulla storia della Polonia - "Il cuore dell'Europa". Gli investimenti in Polonia danno alle aziende la possibilità di accesso diretto sia ai mercati dell'Unione Europea sia agli altri mercati dell'Europa Centrale e dell'Est. Grazie al collocamento del capitale in Polonia, gli investitori hanno accesso ad una popolazione di 500 milioni abitanti dell'Europa Occidentale e alla popolazione di 250 milioni di abitanti di quella Centro-Orientale. Svolgendo attività commerciali in Polonia le imprese straniere possono usufruire delle esperienze polacche nei contatti coi paesi dell'Est e anche con quelli della Federazione Russa.
ECONOMIA
L'economia polacca recentemente è caratterizzata da un continuo miglioramento degli indici macroeconomici, in particolare grazie alla crescita dell'export, degli investimenti e del livello della produzione industriale. Un ulteriore segnale positivo per l'economia è costituito dal lieve abbassamento dell'indice di disoccupazione osservabile negli ultimi anni. La situazione della Polonia appare ottima nella regione e la reazione dell'economia polacca sulla crisi mondiale sarà meno violenta che in altri paesi dell'Europa (risulta dal rapporto della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) Transitino Report 2008, presentato il 23 gennaio 2009).
Prodotto Interno Lordo (PIL)
Dalla metà degli anni novanta la Polonia denota un dinamico sviluppo economico. L'aumento medio del PIL nel corso degli ultimi dieci anni è stato pari al 4,4%. Nel 2007 la Polonia ha raggiunto una crescita del PIL al pari al 6,7%, nel 2008 pari al 4,8%. La Polonia rimane uno dei primi per la crescita del PIL nell'UE ma anche nella zona dell'Europa Centro-Orientale. Si troverà nel gruppo dei pochi paesi che reagiranno alla crisi solamente con il ritmo dell'aumento economico. Nella prognosi per il 2009, la Polonia s'è collocata tra i primi paesi della più alta crescita economica e tra pochi che manterranno il PIL positivo in Europa nel 2009 (prognosi per i paesi UE nel 2009 secondo la Commissione Europea). Paragonando alle stime di novembre 2008, la Commissione Europea ha abbassato gli indicatori per i paesi singoli mediamente del 2%. L'aumento del PIL in Polonia ammonterà del 2% in confronto del 3,8% previsto. Ci si aspetta un miglioramento nel 2010.
Inflazione
Sin dagli inizi del periodo di trasformazione economica si osserva una progressiva riduzione dell'inflazione. Nel 2004 l'inflazione media annuale era pari allo 0,8%, mentre l'anno precedente - all' 1,9%. Nel 2008 l'inflazione ha raggiunto un livello del 4,1%.
Costo del lavoro
Il costo del lavoro medio in Polonia nel 2007 ha sfiorato €6,99/ora, però nel 2009 non cresce più (a causa della crisi mondiale). Una rapida crescita della produttività del lavoro consente alla Polonia di migliorare la propria competitività nell'Europa Centrale visto che l'incremento dei costi del lavoro in Ungheria e in Repubblica Ceca è più accentuato.
Commercio estero
La Polonia fa parte del Mercato Comune, pertanto non ci sono più i problemi doganali e vigono tutte le norme di qualità simbolizzate dal marchio CE. La Polonia scambia con l'UE il 75% delle transazioni commerciali internazionali. Nonostante una costante crescita delle esportazioni la Polonia ha un saldo commerciale negativo da più anni, bilanciato in qualche modo dall'afflusso degli IDE e dai transfer finanziari dei privati (centinaia di migliaia degli emigrati, sopratutto in Regno Unito e Irlanda, dove i mercati di lavoro sono aperti ai cittadini polacchi). Tra i partner commerciali principali della Polonia il maggiore dinamismo dell'interscambio si è notato nell'export verso Russia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca ed anche Italia. Le relazioni tra Polonia e Italia sono molto strette a da anni si sviluppano in maniera molto dinamica. L'Italia è il terzo partner commerciale della Polonia e il sesto per quanto riguarda gli investimenti. Sono presenti in Polonia: la FIAT, Gruppo Merloni, Banca Unicredit, Ferrero, Gruppo Marcegaglia. La Polonia occupa invece il tredicesimo posto come partner commerciale dell'Italia. Malgrado un costante deficit dello scambio commerciale, Polonia sta pian piano cambiando la struttura delle proprie esportazioni verso Italia. Vengono principalmente esportati veicoli e pezzi di ricambio, macchinari ed attrezzatura, ma cominciano ad entrare sul mercato italiano mobili e prodotti di legno, prodotti agro- alimentari, cosmetici, infissi, piccole imbarcazioni da diporto. Diventa sempre più significativa la collaborazione nel campo della ricerca e del trasferimento delle nuove tecnologie nei processi produttivi nonché la collaborazione con i distretti industriali. Tradizionalmente buona rimane la collaborazione regionale.
POPOLAZIONE
"I polacchi sono giovani, energici, ben istruiti e continuano ad aggiornarsi." Gregory Spalding, Direttore per la gestione delle risorse umane, General Motors
La Polonia è un paese dei giovani, delle università e dei servizi di altissima qualità. Sono numerose le ragioni per cui la struttura della società polacca è uno dei fattori principali che influiscono sulla visione della Polonia come di un paese attraente per nuovi investimenti. Nel 2004 PAIiIZ (Agenzia Statale per l'Informazione per gli Investimenti Stranieri) ha promosso un sondaggio tra gli investitori stranieri che avevano assunto, fino ad ora, oltre un milione di lavoratori polacchi. Dai suoi risultati emerge che proprio giovane età, ambizione e alte qualifiche della società polacca, erano i fattori più importanti a spingerli a investire in Polonia. Inoltre, la Polonia si situa ad uno degli ultimi posti tra i 30 paesi dell'OECD per quanto riguarda il numero dei membri appartenenti ad organizzazioni sindacali (primi sono: Svezia, Slovacchia ed Italia). Tra i paesi dell'Europa Centrale la Polonia ha il più alto numero di persone professionalmente attive. E' anche uno dei paesi che possiedono le più giovani popolazioni del continente:
- il 56,2% della popolazione ha un'età inferiore a 40 anni
- il 35% della popolazione ha un'età inferiore a 25 anni
Gli investitori stranieri apprezzano le qualifiche e l'impegno dei lavoratori polacchi. Grazie a queste caratteristiche, le filiali polacche delle ditte straniere sono state le più efficaci a livello internazionale. Tra i giovani polacchi compiere gli studi universitari sta diventando uno standard nel progettare la propria istruzione. Nel 2002 alle Università polacche erano iscritti circa 1 milione e 800 mila studenti. Nello stesso anno oltre 340 mila persone si sono laureate, ciò significa che, rispetto all'anno 1992, il numero di laureati è aumentato di quattro volte. Il numero degli abitanti è uno dei motivi fondamentali per avviare nuovi investimenti proprio in Polonia. Per quanto riguarda il numero degli abitanti, la Polonia si situa al primo posto tra i paesi che il primo maggio 2004 hanno aderito all'Unione Europea. La Polonia possiede una delle più numerose popolazioni dell'Europa Centrale e sotto questo aspetto si situa all'ottavo posto in tutta Europa e al trentesimo tra tutti i paesi del mondo.
INVESTIMENTI
Dopo 15 anni di riforme economiche e politiche molto avanzate, la Polonia ha rafforzato la sua posizione tra i Paesi in via di sviluppo dell'Europa centro-orientale. Come membro dell'Unione Europea, del Patto Nordatlantico e dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), la Polonia è un partner sicuro e attendibile nell'ambiente del business internazionale. La Polonia ha raccolto più investimenti esteri che qualunque altro paese dell'Area. Nel solo 2008 l'ammontare dell'IDE avrebbe raggiunto €11 mld.
Attualmente l'obiettivo è la "qualità" degli IDE:
- green - field,
- utilizzo delle risorse umane polacche, giovani e ben istruite,
- reinvestimento dei profitti.
L'afflusso di investimenti dall'Italia ha raggiunto un totale di quasi 5 miliardi di USD, collocando l'Italia tra i principali investitori in Polonia. Tra questi più grandi rimane la Fiat, seguita dal gruppo Unicredit (banche PEKAO e BPH). Altre presenze rilevanti riguardano: Grembo, Ferrero, ICT, Indesit.
L'accesso della Polonia all'Unione Europea nel 2004 ha creato condizioni favorevoli per gli investimenti:
- l'accesso ad un mercato uniforme di 500 milioni consumatori (UE, Norvegia, Islanda e Lichtenstein);
- la Polonia sarà il maggiore beneficiario dei sussidi provenienti dall'UE, indipendentemente dalle priorità della sua politica strutturale;
- la normativa polacca è stata in gran parte adeguata e armonizzata con quella dell'UE (acquis communautaire) grazie a ciò l'ambiente giuridico è pienamente compatibile con gli standard europei;
- l'accesso della Polonia all'UE può essere considerato come ulteriore garanzia di stabilizzazione politica e di sviluppo economico molto dinamico.
Gli investimenti polacchi in Italia sono ancora pochi, ma cresce il numero delle microimprese che forniscono servizi nel settore edile, commerciale ed agricolo.
RIFORME ECONOMICHE
Al fine di raggiungere i livelli di crescita economica sperati dal governo, sono in atto diverse manovre mirate ad un miglioramento della competitività del sistema economico della Polonia. Esse derivano dalla necessità di far fronte alla crescente concorrenza degli altri mercati "emergenti" limitrofi, nonché dal bisogno di accelerare la performance dell'imprenditoria polacca. Anzi tutto trattasi del flat tax CIT (IRPEG) al 19% (sceso dal 28%), introdotto nel 2004.
Le zone economiche speciali
In Polonia esistono 14 zone economiche speciali, istituite con la legge del 20 Ottobre 1994 con successive modifiche (p.e. sgravi fiscali per le nuove imprese).
Le suddette zone sono delle aree non abitate, circoscritte del territorio polacco, destinate all'esercizio delle attività economiche a condizioni speciali. La gestione di ogni ZES è affidata a delle società di gestione stabilite nel relativo decreto. L'obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo economico del territorio soprattutto attraverso l'insediamento di specifici comparti di attività economica, l'adozione di nuove soluzioni tecnologiche, il miglioramento della competitività e la creazione dei nuovi posti di lavoro. Inoltre, sono state stabilite delle soglie consentite di aiuti pubblici alle imprese operanti nelle ZES.Il trattato di allargamento UE stabilisce che le ZES cesseranno nel 2016. La condizione tipica posta ai potenziali investitori è il valore d'investimento non inferiore di €100,000. L'agevolazione tipica è quella dello sgravio sull'IRPEG del 50%.
FONDI STRUTTURALI UE
Negli anni 2007 - 2013 l'Unione Europea ha destinato per la Polonia 81,2 miliardi di Euro. Sono destinati alle aziende registrate in Polonia e garantiscono una forte crescita del territorio. I fondi sono divisi in modo seguente:
Politica di coesione : 67,3 miliardi di Euro
Politica agricola comune: 13,2 miliardi di Euro
Politica comune della pesca: 700 milioni di Euro
I settori coperti dal fondo "Infrastruttura e ambiente" sono:
- Energia,
- Ciclo delle acque,
- Ciclo dei rifiuti,
- Emissioni nell'aria,
- Trasporto (di cui 67% per la costruzione e ricostruzione delle strade).
La Polonia è un grande mercato dove vale la pena investire e vendere, ma dove assolutamente vale la pena anche comprare. I prodotti "Made in Poland" sono di ottima qualità, hanno un prezzo conveniente ed un packaging ad altissimo livello. La Polonia è diventata il più grande produttore di elettrodomestici, mobili, televisori a plasma, autovetture e yacht di lusso di media grandezza. Stiamo diventando forti nel settore dei cosmetici, degli infissi e delle piastrelle.
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Karolina Lipińska
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